A scuola con tic e Tourette: indicazioni per il Corpo Docente
Seguono delle indicazioni pratiche (Porta, 2010) destinate a chi vive l’ambiente della scuola con un paziente affetto dalla sindrome di Tourette.
Ignorate i tic. Non bisogna commentare i tic a voce alta in quanto sottolineare la manifestazione di un tic o semplicemente accennare ad esso provoca un aumento della frequenza dei tic stessi.
Date al bambino/adolescente la costante possibilità di lasciare autonomamente la classe per qualche istante, per mettere in atto i tic in un luogo appartato, o quando i tic diventano incontrollabili. Al contrario ordinare esplicitamente di uscire dalla classe a causa dei tic è spesso interpretato come una punizione e verosimilmente causa un peggioramento del quadro sintomatico, e spesso alcune reazioni comportamentali.
Concedete del tempo aggiuntivo per i compiti di lettura e scrittura, soprattutto se il soggetto presenta tic agli occhi, alla testa, alle spalle, alle braccia o alle mani.
Date la possibilità allo studente di usufruire di un luogo appartato per eseguire le verifiche. Questa strategia va applicata se permette al soggetto di migliorare i risultati delle prove a partire dal fatto di non essere disturbato né di poter distrarre i compagni. Inoltre spesso i tourettiani si inibiscono nello svolgimento dei compiti alla presenza altrui, anche perché devono investire parte della loro energia cognitiva nel tenere a bada la manifestazione ticcosa che preme per venire allo scoperto.
Sperimentate metodi alternativi per le spiegazioni o per presentare il materiale scolastico. Se la lettura è compromessa da tic alla testa o agli occhi è opportuno ricorrere a libri registrati o a qualcuno che legga e registri le lezioni per lo studente. Dove possibile, inoltre, si possono utilizzare strumenti multisensoriali, tenendo in considerazione però le eventuali difficoltà manuali del ragazzo.
Concordate preventivamente insieme allo studente, soprattutto se presenta tic vocali, se verrà interrogato davanti al resto della classe e se verrà interpellato per la lettura a voce alta durante le spiegazioni.
Consentite il ricorso a metodi di scrittura alternativi, se quest’ultima è pregiudicata dai tic. A questo fine si possono sfruttare registrazioni, lavagne magnetiche, tastiere, software per la scrittura vocale o la dettatura ad un compagno.
Concordate se suddividere le verifiche in più parti, concedendo l’opportunità di muoversi, alzarsi e abbandonare la classe. Infatti l’ADHD non consente di mantenere l’attenzione su un compito per un periodo di tempo prolungato né di arrivare a compimento di un esercizio, se troppo lungo da svolgere.
Tenete presente che biblioteche, musei, teatri ed auditorium possono risultare particolarmente stressanti per chi presenta tic vocali. Si consiglia pertanto di concordare con il soggetto l’esonero dalle attività svolte in questi ambienti, suggerendo però una soluzione alternativa per non fargli sperimentare sentimenti di esclusione e diversità.
Cercate con lo studente una collocazione nella classe che risulti il più confortevole possibile. È spesso una buona soluzione la scelta di un banco vicino alla porta, che gli consenta di uscire senza disturbare nessuno. Bisogna tuttavia valutare che i rumori provenienti dal corridoio possano costituire una fonte di distrazione.
Responsabilizzate e coinvolgete l’alunno nelle pratiche di routine della classe che eventualmente gli consentano anche di muoversi. Alcuni esempi possono essere: la distribuzione di fogli banco per banco, il tenere la classe ordinata o l’invio del soggetto dal preside per una comunicazione importante da parte della sua insegnante.
Ricordate che i farmaci prescritti hanno spesso importanti effetti collaterali. Per ottenere informazioni approfondite a proposito si può consultare un medico.
Incoraggiate lo studente a lavorare con più impegno nei periodi di remissione della malattia. Questo permetterà di ridurre lo stress derivante dalle maggiori difficoltà nei periodi di recrudescenza.
Prevedete uno spazio vuoto attorno al banco dello studente, se presenta tic o compulsioni che lo inducano a toccare i compagni o gli oggetti. In questo modo il soggetto darà sfogo alla sua sintomatologia senza provocare disagio e distrazione all’interno della classe. Inoltre spesso è utile concedere un secondo banco, preferibilmente schermato dal resto della classe, dove potersi concentrare e lavorare più serenamente; è particolarmente adatto a chi ha imparato a conoscere la sua patologia e i propri tic e può pertanto gestire la situazione consapevolmente.
Consentite al bambino/adolescente di lavorare nella posizione che ritiene più comoda.
Incoraggiate il bambino a fidarsi di voi e a confidarvi le sue necessità, concedendogli la possibilità di incontri individuali e promuovendo un clima di collaborazione con i compagni.
Sorvegliate gli spazi di ricreazione (mensa, spogliatoio,cortile…) prima di intervenire, se vi accorgete o vi viene riferito che lo studente è oggetto di derisione e scherzi.
Per motivi etici, richiedete il consenso dei genitori e dello studente prima di rilevare la natura della
malattia ai compagni e agli altri genitori.